Prendete una bell’albero del genere prunus e portatelo dall’America settentrionale in Europa e più precisamente nel nord dell’Italia.
Provate ad usarlo per la riforestazione delle brughiere e in breve tempo Vi accorgerete che avete causato un disastro ambientale.
Come è possibile tutto ciò?
Pare che la cosa risalga agli anni 30 del secolo scorso quando non solo questa ma anche altre piante furono impiegato per cercare di ricavare qualcosa da terreni rivelatisi inadatti per altri generi di culture: le brughiere.
Così assieme al pino silvestre e alla quercia rossa fu impiegata anche questa pianta il Prunus serotina che non è altro che un ciliegio, tardivo perchè le sue ciliegie (non commistibili per l’uomo) maturano ad agosto-settembre,
Buona cosa per gli uccelli che infatti se ne fanno scorpacciate ma anche la volpe non le disdegna.
Ma il vero disastro di questa pianta è che mentre in America è una bella pianta alta e diritta, da noi cresce storta e prima di raggiungere buone dimensioni si schianta, da sola, come fosse colpita da un fulmine.
Oltrettutto la sua notevole capacità di riproduzione ( i noccioli che cadono a terra solo migliaia) sovrasta la capacità delle altre specie del bosco in cui si introduce e in breve il bosco diventa un bosco quasi puro solo di cilegio tardivo.
Un grande pericolo quindi per la biodiversità.
Potete capire dunque che non è una pianta molto amata, essendo da noi infestante, ma non è colpa sua, semmai siamo noi che dovremmo riflettere meglio sulle nostre azioni.
Allora dimenticando per un attimo il risentimento potremmo chiamarla col suo nome inglese e cioè Black Cherry (anche stavolta gli anglofoni hanno trovato un nome più poetico)
5 pensieri riguardo “SE IL CILIEGIO E’ TARDIVO”