
Mare, montagna, città d’arte… è il classico turismo che offre l’Italia (ed è già tanto).
Si aggiungano poi fenomeni degli ultimi tempi come il turismo in campagna associato all’aiuto nelle varie attività come ad esempio la vendemmia, oppure i soggiorni nei conventi fino al più deprecato turismo delle disgrazie (altrui).
Consideriamo però per un attimo un altro tipo di turismo, ovvero il turismo botanico (con una sola T, mi raccomando).
Non è un fenomeno nuovo però non si parte certo apposta per andare a vedere un “orto botanico”… oppure sì.

Intanto a me è capitato di perdermi un intero pomeriggio (o quasi) nell’orto botanico di una città pur ricca di altre attrazioni e cioè nell’Orto botanico di Padova. (più di 3.500 specie tra alberi secolari, piante carnivore, piante officinali e quelle velenose, autoctone e di ogni parte del mondo; una parte antica e una serra nuova nuova con la vasca delle ninfee giganti che però non è ancora visitabile)
Per chi ha un occhio attento alla biodiversità è una visita obbligatoria: è come andare nel paese dei balocchi, salvo che poi non si esce con le orecchie lunghe, ma con gli occhi sgranati sì, e magari anche con la bocca aperta, tante sono le cose da osservare, ad ogni angolo con sorpresa sempre nuova.
Beh, del resto gli orti botanici li hanno fatti apposta!
Quello di Padova è il più antico di tutti, risale infatti al 1545. Siamo in pieno Rinascimento e le esplorazioni hanno ampliato i confini del mondo conosciuto dagli occidentali, la ricerca scientifica prende nuovo slancio dopo essere stata nel Medio Evo esclusiva degli stregoni.
I primi “orti botanici” nascono anche per mettere un po’ di ordine in tutte quelle erbe medicinali utilizzate come rimedi “semplici” contro le malattie.
Da qui il nome di “giardino dei semplici” di molti orti di questo tipo ( e pensare che io nella mia ignoranza credevo che i “semplici” fossero delle persone)
Cosa ho visto al Giardino botanico dell’Università di Padova?
Tantissime cose, ma devo ancora metabolazzarle; però prometto che scriverò su qualche pianta curiosa (o famosa): c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Intanto nell’ Hortus cintus ( detto anche Hortus concluso perchè è chiuso tutto all’interno di mura circolari) dei turisti stranieri stanno facendo foto con l’ i-pad.

L’ha ribloggato su sijmadicandhapajieee ha commentato:
L’orto botanico di Padova. Ho avuto il coraggio di andarci il 3 gennaio, quando tutto era spoglio, ma ne valeva assolutamente la pena.