NO, questa non l’ha scritta ancora nessuno anche se di storie con piante e animali ne esistono una infinità.
La volpe e l’uva, per esempio oppure la cicala e la formica, il leone e la gazzella, ecc…
Questa non potevano averla scritta perchè nessuno era ancora passato da quella strada un pomeriggio d’inverno, grigio, quasi all’imbrunire che non si capiva bene se era più l’ora o le nuvole a limitare la visibilità, ad offuscare i colori.
Ad ogni modo, imbracciato il binocolo, eccolo lì lo spettacolo, sull’asfalto di una curva in discesa verso il Ticino.

E lo spettacolo sono una decina di cince bigie, cinciallegre, cinciarelle che becchettano, volano via quando arriva un’automobile, ritornano veloci per poi scomparire sugli alberi, spostandosi da un ramo all’altro con la destrezza di un equilibrista, come il più bravo dei campioni di parkour.
I richiami si susseguono come trilli di cellulare, come twitt, messaggi frenetici sui social che dicono: “Andiamo a farci una vasca in centro?”
Già oggi è sabato ma niente supermercato, niente shopping nei negozi sotti i portici: oggi andiamo a casa contenti perchè abbiamo visto le cince andare a spigolare le bacche nere del bagolaro (celtis australis) spaccasassi: migliaia di piccole ciliege nere, coriacee, un frutto tutto nòcciolo e poca polpa che scricchiola sotto i nostri passi.
L’abbaiare di un cane ci accompagna fino alle prime case del paese, i lampioni si accendono…
… e il bagolaro? Ve ne parlo un’altra volta.