E fu così che dopo la “ragazza con l’orecchino di perla” e “la dama dell’ermellino venne “la ragazza con l’iguana”.
Si, ma anche con la giraffa, con il gatto selvatico o il germano reale.
Un po’ Alice nel paese delle meraviglie un po’ Pippi Calzelunghe questa Claudia Giraudo, pittrice di chiare origini piemontesi che ho scoperto per caso grazie a una mostra a Varese dal titolo L’ETA’ DELL’INNOCENZA.
Non sono un critico d’arte, prendo per buoni i riferimenti e gli accostamenti non solo pittorici ma anche letterari: li potete trovare qui sotto:
Il titolo della mostra rimanda al celebre quadro di Joshua Reynolds, esposto alla Tate di Londra, capostipite della cosiddetta “Fancy picture”, un genere frequentato a partire dal Settecento da numerosi grandi artisti, a cui rimanda, pur nella contemporaneità dello stile, il lavoro della pittrice torinese. Tra Alice nel Paese delle meraviglie e i Saltimbanchi di Rilke e Picasso, si muove Claudia Giraudo in una ricerca pittorica molto raffinata che è solo all’apparenza semplice e immediata nei suoi riferimenti estetici, dal surrealismo novecentesco a quello pop, ma che scopre a uno sguardo più attento una serie di rimandi e suggestioni tali da ingenerare nello spettatore l’inquietudine dell’infanzia sul limite dell’adolescenza. “La vita è altrove” ci suggerisce Milan Kundera dovendo parlare dell’età lirica, quella in cui ancora crediamo di essere il centro del mondo, un’età che dura il tempo di uno sguardo e poi fugge, ma che Claudia Giraudo riesce a fermare per sempre, appunto, in tutta la sua assoluta innocenza. (Angelo Crespi)
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Cosa aggiungere.
Ognuno guarda la natura (e la vita) con i propri occhi (o con il cuore, come diceva la volpe al Piccolo principe) …
ma questo sguardo di Claudia mi trova molto d’accordo.
