IL FIUME VIVO

Verrebbe quasi da citare una vecchia canzone di Francesco De Gregori (hanno ammazzato Pablo. Pablo è vivo…)

Si perchè il fiume è vivo nonostante tutti i tentativi di ammazzarlo, magari in questo momento non se la passa tanto bene, vista la magra persistente degli ultimi mesi (anni?) e in previsione di quella che ci sarà questa estate.

Ma se andiamo a passeggiare lungo le sue sponde anche in queste settimane d’ìnverno non potremo ignorare piccoli segnali della sua vivacità, del suo essere “alive and kicking” giusto per fare un’altra citazione musicale, questa volta dei Simple minds.

Innanzitutto balzano subito all’occhio queste grandi distese di sassi e se anche preferiremmo vederle coperte d’acqua ci fanno capire che il letto del fiume è fatto di pietre, di pietre rotolanti (altra citazione, scusate), di sassi che troveremo più a valle dopo la prossima piena.

E questo letto non è piatto e liscio come ci si potrebbe aspettare ma è fatto di collinette e di affossamenti, di accumuli che vanno a formare piccole isole, di scivoli dove l’acqua che scende ci permette di ascoltare “la voce del fiume”.

Le piccole onde, le increspature che si creano in queste “rabbie” non intaccano il colore delle acque del “fiume azzurro“, specie oggi che il cielo è sereno, semmai il riflesso del sole crea se guardiamo in controluce un nastro d’argento.

IL fiume non attraversa solo il territorio ma ne fa parte, lo influenza e ne è influenzato come in questo tratto dove il suo percorso è caratterizzato da grandi curve per aggirare un blocco di rocce più dure che nei millenni non è riuscito a scalfire.

Ma ci sono altri segnali di scambio. Ad esempio le risorgive che alimentano il corso del fiume aggiungendosi agli affluenti di superficie e che spesso non vediamo perchè sono “in alveo” cioè sotto il livello delle acque e che qui, come in altri posti è possibile osservare. Acque più calde, come quelle dei fontanili, infatti anche adesso che è inverno c’è una ricca e verdeggiante vegetazione acquatica.

Il fiume lascia (depositi di sabbia e legname, a volte rifiuti) e il fiume toglie. I sentieri che vanno verso il fiume sono spesso interrotti perchè lui ha corroso le sponde che qui sono alte e sabbiose, ottimo habitat per i nidi del Martin pescatore, e la traccia che stiamo percorrendo a ridosso della sponda probabilmente tra un po’ sarà ancora diversa.

Il fiume è vivo anche se adesso come “il mare d’inverno” di lui non importa (quasi) a nessuno.

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