Beh, se non proprio, poco ci manca.
Infatti pare che in Giappone furono rinvenuti dei semi di Loto (conosciuti anche come Phool Makhana) più vecchi di mille anni.
E il bello è che piantati questi semi germogliarono (dopo tutto questo tempo) dando vita a nuove piante.
il Loto o Nelumbo nucifera è una pianta acquatica originaria dell’Asia minore ma coltivata oggi principalmente in Cina, Corea, Giappone, Russia, India dove ha significati simbolici e religiosi di purezza e vitalità. (E’ un fiore sacro)
Da noi, nei nostri specchi d’acqua lacustre è invece una infestante da tenere bene sotto controllo se non vogliamo che colonizzi tutto lo spazio togliendolo alle altre piante acquatiche.
Del Loto apprezziamo il fiore bianco e rosa e i tappeti estesi che formano le sue foglie rotonde sul pelo dell’acqua (mentre le radici se ne stanno ben aggrappate al fondo) Ma molto apprezzate sono anche le proprietà medicinali.
I fiori sono impiegati per infusi rilassanti e per preparare oli essenziali, le radici rinforzano il sistema immunitario e hanno proprietà antiossidanti, i semi sono antinfiammatori e digestivi.
Ma l’altra cosa notevole è che tutte le parti della pianta vengono utilizzate in cucina: fiori, foglie, rizomi e anche i semi.
Ma, dove stanno i semi del loto?
Avete a casa un annaffiatoio? Sì, quello che serve per dar da bere ai fiori.
Guardate bene il suo imbuto, quello dal quale escono i getti di acqua che cadranno sulle vostre piante;
Ecco, se andate in autunno/inverno in riva a un lago o a uno stagno non vedrete più fiori ma questi strani oggetti a forma di imbuto che non sono altro che il frutto della pianta di Loto.
Ne raccolgo alcuni ormai seccati, che da verde sono diventati marrone e li scuoto leggermente. I semi all’interno risuonano come nelle “maracas”. Sono semi marroncini dalle insospettabili virtù:
Contengono infatti proteine, magnesio, potassio, amido, fibre, ma anche minerali come zinco, ferro, calcio, fosforo…
Allora adesso ho davanti due possibilità: o li mangio o li conservo per i posteri.
Va beh, qualcuno lo mangio crudo, qualcuno lo cucino bollito in acqua, altri li preparo secondo la tradizione cinese: caramellati o preparo una pasta per farcire i dolci.
Saranno contenti i miei reni, la mia milza e il mio cuore.
Ma qualcuno lo voglio conservare e ci metto pure la data 2019.
Magari tra mille anni qualcuno li ritroverà, sempre se nel frattempo non saremo riusciti a distruggere la terra.