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IL PRETE CHE SUSSURRAVA AI LICHENI

E’ mancato in questi giorni Don Andrea Gallo, prete di Genova molto noto e per molti scomodo (un “pazzus in Christ0“, come l’ha definito un altro prete famoso: Don Antonio Mazzi) ma io non voglio commentare oltre.

Don Carlo CozziVolevo invece ricordare un altro prete che ha fatto della passione per gli umili (per le erbe umili) una ragione di vita: Don Carlo Cozzi (1871 – 1945), il prete che sussurrava ai licheni.

Il titolo dell’articolo può sembrare un po’ irriverente ma credo descriva bene la passione di quest’uomo di chiesa che affiancava alla cura delle anime una intensa attività letteraria e scientifica con una attenzione particolare per tutte le piccole cose del creato a partire dalle erbe insignificanti (ai più) che crescevano attorno a casa sua.

Tra queste vi sono quei vegetali, mezzo alga e mezzo fungo, chiamati licheni a cui dedica un’ampia sezione del suo erbario oggi conservato a Legnano dalla Associazione Antares.

L’uomo, il prete, è stato per lunghi anni parroco di Cascina di Sopra, località di Samarate sulla strada per S. Macario (e viceversa) e ha sempre rifiutato il trasferimento in parrocchie più grandi per potersi occupare delle erbe umili,  quelle che il contadino strappa appena le vede, quelle che quando crescono in strada danno un senso di incuria e di abbandono, diciamo pure degrado.

Cascina di sopra - S. Macario

Immagino Don Carlo Cozzi aggirarsi nelle stradine di campagna attorno alla chiesa con la tonaca nera come si usava allora, il breviario in mano, forse, come Don Abbondio, e una borsetta per raccogliere le erbe da far seccare e classificare. 

Non era però un asceta, uno isolato dal mondo.  Ha avuto continui contatti con la comunità scientifica tanto da pubblicare articoli su importanti riviste specializzate dell’epoca e da meritare la nomina a membro della Pontificia Accademia dei Lincei.

Sono sicuro che se Luis Sepulveda lo avesse conosciuto avrebbe inserito questa storia tra quelle contenute nel suo libro  “Le rose di atacama”.

Ecco alcune immagini dall’erbario di Don Carlo Cozzi e alcuni esemplari di lichene.

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Sul tema erbari vedi anche: La signora che voleva sollevare il mondo

LA SIGNORA CHE VOLEVA SOLLEVARE IL MONDO

C’era una volta in un piccolo paese del basso varesotto o dell’alto milanese una signora, dapprima giovane e poi anziana che faceva la maestra alle scuole elementari.

Il paese si chiama Lonate Pozzolo e il periodo è quello successivo alla “Seconda guerra mondiale”, quando ancora le maestre (e lei era una di queste) incutevano timore e rispetto agli alunni.
Alcuni dicono avesse un carattere spigoloso ma era anche estremamente eclettica, infatti coltivava al di fuori dell’insegnamento numerosi interessi (le lingue straniere, la botanica,  la tassodermia, la chimica, la musica, le incisioni su rame….) viaggiando e mantenendo rapporti epistolari anche con personaggi famosi tra cui Carlo Stucchi, medico di Cuggiono e importante ricercatore botanico italiano.

La signora in questione è Paola Zaro (1905-1989)  e al sottoscritto capitò una volta, alcuni anni fa, di presentare ad un incontro con gli alunni delle scuole medie, parte del suo “Herbario” pur essendo, forse, la persona meno adatta, pur non avendola conosciuta da viva.

Allora, prima che inizi (o continui) l’oblio ecco un piccolo omaggio, una piccola porzione del suo sterminato erbario.

La signora che voleva sollevare il mondo (come Archimede e le sue leve) o forse venderlo, come The man who sold the world di David Bowie, ha però ancora molti segreti.

Chissà se avrò occasione di raccoltarli.