Senza offesa per la miseria, intesa come Commeliana o Tradescantia.
Certo, parlare male dei fiori non si può, ognuno di essi, belli ed eleganti o pallidi e poco appariscenti, ha una sua dignità e funzione.
E’ l’uomo che spesso esagera e magari poi dice che non l’ha fatto apposta.
Sta dei fatto che questa, pianta chiamata dagli scienziati Ludwigia hexapetala, non doveva stare lì dove sta adesso, sulle sponde dei laghi Varesotti dove peraltro da tempo sono in atto misure per contenerla.
E’ arrivata anche lei dal Sud America come pianta ornamentale ed è stata dedicata ad un medico e naturalista tedesco Christian Friedrich Ludwig (1751-1823), ah, chi non vorrebbe avere una pianta col proprio nome !!
Come al solito è presto diventata infestante in mezza Europa, anzi trequarti. In Italia è considerata naturalizzata in Lombardia ed Emilia Romagna, è invece infestante per i Veneti e per i Laziali.
Ma perchè chiamarla Porracchia? Non era meglio Luigia, Luisa, Lodovica o al limite Clodovea? Pare che l’etimo significhi “famoso combattente” ma qui a combattere siamo noi, per evitare che questa pianta anfibia si propaghi troppo, strappandola con forza mentre lei si aggrappa disperatamente con le radici al fondo degli stagni e degli specchi d’acqua.
Ah che immagine cruenta.
Però no, non voglio chiudere così.
Lo sapete che lei (Ludwigia, Luisa, Porracchia, o come volete chiamarla) appartiene alla famiglia delle Onagraceae ?
Ecco adesso mi viene in mente a chi assomiglia. Foglie e petali sono simili a quelli della Enothera biennis pianta molto comune sul greto dei nostri fiumi ma con un delicato profumo di limone in più.