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OTTAVIA SPIDER’S WEB

La tela del ragno, conosciutissima e al tempo stesso misteriosa, si presta a numerose metafore, riflessioni filosofiche, trasposizioni letterarie e cinematografiche.

Anche il WEB in fondo non è che una immensa e intricatissima ragnatela.

Molto lontana però dalla perfezione della tela de ragno.

Misteriosa, dicevamo, perchè per lungo tempo gli studiosi si sono chiesti e hanno cercato di capire di che materiale è fatta e in che modo il ragno la produce.

IL materiale è praticamente seta, come quella che produce il baco e usata fin dall’antichità per fare tessuti pregiati e allora perchè non quella dei ragni?

Pare che il filo di seta della tela di ragno sia 4 o 5 volte più resistente dell’acciaio e recentemente un ricercatore giapponese ha provato, intrecciandone i fili a produrre corde per violino (non una cosa facile: per un set completo ha dovuto utilizzare circa 5000 fili) ma in futuro si potrebbe utilizzare anche nei componenti elettronici, infatti la seta dei ragni è un ottimo conduttore di calore, più del rame, del ferro o dell’alluminio. https://www.focusjunior.it/news/10-curiosita-sulle-ragnatele/

Di solito i ragni costruiscono la loro tele di notte come ad esempio il Ragno violino.

Per realizzarle, i ragni prima costruiscono un’intelaiatura a “raggiera”, simile a una ruota di bicicletta, fatta con filamenti più spessi e resistenti, e su questa creano poi tante spirali concentriche con dei filamenti più sottili, mantenendo sempre la stessa distanza tra una spira e l’altra. Si tratta di una struttura praticamente perfetta, che i matematici chiamano “spirale di Archimede”.

Quando un ragno tesse sa bene come muoversi tra la trama e l’ordito della sua ragnatela, perché sa che lui stesso potrebbe restarne intrappolato. Chi, purtroppo, non conosce questo genere di inganno è l’inconsapevole vittima, che spesso resta bloccata senza la possibilità di una via di fuga. E se già non bastasse questo, l’ironia della sorte prevede anche che per quanto una vittima cerchi di liberarsi da quella ragnatela, ne resterà sempre più intrappolata.

da: https://www.orticalab.it/Il-web-come-l-Ottavia-di-Calvino

Argiope bruennichi (maschio) foto Giuseppe

Ci sono ragni come gli Argiope che decorano la loro tela con filamenti a zig zag più spessi per avvisare gli uccelli di non andarci contro, danneggiandola e ci sono anche insetti particolari come la Panorpa communis o Mosca scorpione capaci di non farsi intrappolare dalla rete del ragno e anzi riescono anche a rubare le prede che si sono impigliate.

Che meraviglia la natura e quante sorprese ci riserva!

Così anche le ragnatele non sono costruite al solo scopo di procurarsi cibo (è questo il motivo per cui sono così appiccicose) ma i ragni le usano a volte anche come vele per farsi trasportare dal vento o racchiuse a bozzolo per proteggere la prole oppure per riposarsi aggrappati a testa in giù a un sottilissimo filo.

Anche a questa immagine si deve essere ispirato Italo Calvino quando ha descritto la città invisibile di Ottavia

Se volete credermi, bene. Ora dirò come è fatta Ottavia, città – ragnatela. C’è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno.Tutto il resto, invece d’elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d’acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi,teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo.Sospesa sull’abisso, la vita degli abitanti d’Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge.”

da: Le Città Invisibili di Italo Calvino

Ma quale modo migliore per finire questo articolo che questa canzone di Katie Melua?

IL DUELLO

No, non posso dire che ero andato a cercare le more e neanche a fotografare qualche farfalla.

Le more però c’erano, qualcuna già matura, altre ancora color delle foglie un po’ come la phitolacca in questa stagione.

E c’erano anche le cimici ovviamente, quelle dei campi, di questi campi al margine della ferrovia.

Ma la sorpresa è stata quando sulle foglie dei rovi intravedo una lotta, un duello tra due…. ragni.

Adesso, lo so che a molti di voi i ragni non piacciono, perciò è inutile che vi annoi parlando della loro funzione ecologica anche perchè non sono molto esperto di questi animali a otto zampe e dai molti occhi.

Poecilochroa albomaculata

La sorpresa è stata vedere per la prima volta dal vivo una specie che mi dicono essere molto diffusa ovvero il Poecilochroa albomaculata.

Anche se non vi dirà molto mi corre l’obbligo di comunicarvi che questa specie appartiene alla famiglia Gnaphosidae in Italia rappresentata da 154 specie e 27 generi (delle nuore non si hanno notizie).

Sono ragni praticamente cosmopoliti, li troviamo in ogni parte del mondo. Vanno a caccia di notte e non costruiscono tele se non per proteggere le uova dei loro piccoli. La loro abilità nel catturare le prede che possono essere molto varie, si basa tutta sulla velocità.

Gnaphosidae deriva dal greco e significa “che vive al buio” .

Ma allora che stavano facendo questi due, e in pieno giorno poi ?

E non ho potuto neanche chiedere alla cimice se era lì per fare da testimone.

Dolycoris baccarum

DALLO STAGNO ALLE STELLE

Costellazione dello scorpione

Acque torbide e cieli limpidi, oppure sotto i sassi  o anfratti caldi e umidi.

Tutti posti dove possiamo trovarlo… o temerlo.

Il veleno è nella coda ma sono le sue zampe anteriori a forma di tenaglia il principale pericolo per le sue prede.

Stiamo parlando dello scorpione… degli scorpioni.

Lasciando perdere gli scorpioni africani, quelli dal veleno mortale e che hanno creato una fama sinistra a questo animale, possiamo trovare in Italia diversi tipi di scorpione.

Partiamo appunto dalle acque torbide degli stagni e delle paludi e qui troviamo un insetto dal corpo scuro lungo 1-2 cm con le caratteristiche tenaglie (che gli scienziati chiamano pedipalpi). Facile allora chiamarlo “scorpione d’acqua“.

Ma gli amici lo chiamano Nepa. Si proprio così lo chiamano:

– Ehi Nepa !!

Scorpione d’acqua (Nepa cinerea)

E’ un animale carnivoro che si nutre di molluschi, crostacei, piccoli pesci e anche larve di zanzare. Altra sua caratteristica è il “sifone respiratorio”, una specie di coda nella parte terminale dell’addome, che tiene fuori acqua  quando deve fare scorta di ossigeno, un po’ come i fuggitivi che si nascondono nelle paludi respirando con la cannuccia…

Altro fatto notevole: se lo stagno dovesse prosciugarsi o il cibo diventare scarso la nostra Nepa cinerea, non esita a volare via in cerca di un altro habitat favorevole.

E’ velenoso? No, ma la sua puntura un po’ di fastidio lo dà.

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Lo scorpione di terra,  (Euscorpius italicus) si insomma quello classico, con la coda che si arriccia, quello che a noi fa tanta paura e che invece ha più timore lui di incontrarci, il veleno lui ce l’ha.

La sua puntura però ha in genere meno effetti di quella di un’ape.

Scorpione italiano (Euscorpius italicus)

Se vi punge però è perchè ve lo siete proprio andati a cercare,  gli avete dato la caccia testardamente sotto rocce di montagna o dei muretti a secco, avete cercato di stanarlo dalle tubature della doccia fino a provare a pestarlo a piedi nudi.

Lo scorpione, perfino lui, non è aggressivo se non viene disturbato, la puntura con il veleno è un’arma di difesa. Caccia con le tenaglie anteriori, di solito un pasto gli basta una settimana ma può stare a digiuno anche per lunghi periodi .

In Italia sono presenti 7 specie di scorpioni tutti del genere Euscorpius. Recentemente se n’è aggiunta un’altra, uno scorpione spagnolo (Buthus occitanus) di colore giallo (amarillo) leggermente più pericoloso  perchè la sua puntura può provocare febbre alta.

Altre info su http://www.lucianoschiazza.it/documenti/Scorpioni.html

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E’ notte, lo scorpione, nel senso dell’Euscorpius italicus, esce furtivamente dal suo nascondiglio per cercare da mangiare ed ecco che incontra un altro scorpione, lassù, in cielo.

E’ una costellazione dello zodiaco che al 45° parallelo nord compare nei mesi estivi bassa sull’orizzonte.  Si trova tra la costellazione del sagittario e della bilancia. ma anche vicino al lupo e al serpente

La sua stella più luminosa è la rossa Antares (in arabo Calbalacrab),  Stella di magnitudo 1,07 e sedicesima stella più luminosa della volta celeste.

Chi per primo ha “visto” la forma di uno scorpione in questo gruppo di stelle?  Gli Egizi?  i Fenici? i Babilonesi?…

Non si sa con certezza, ma anche i greci contribuirono in seguito dando alle costellazioni i nomi di molti dei loro miti

Atlantide e l’origine delle costellazioni

Quanto al sole, ama transitare dalle parti dello scorpione più o meno tra il 23 ottobre e il 22 novembre.

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– Ehi Nepa, non dirci che sei nato sotto il segno dello scorpione.. ahahah !!  (bullismo di animali senza cellulare)

– No, ma se chiamo il mio amico “Buthus il giallo”,  ve lo faccio dire da lui…  paura eh ?

… storie di scorpioni neri, gialli, rossi, come Antares la gigante rossa della costellazione

Scorpioni d’acqua, di terra, di cielo…

RAGNETTO TOMBAROLO

Phylaeus crysops

Ci siamo incontrati per caso, in un luogo insolito, anche perchè se ci fossimo dati appuntamento lì qualcuno avrebbe potuto pensarci coinvolti in affari loschi.

Messaggio in codice: ” Seconda fila a destra, campo B, granito nero con croce bianca…”

E invece lui non si aspettava certo di vedermi mentre portavo dei fiori su quella tomba… e nemmeno io.

Lui è uno dei ragni più belli d’Europa, è lungo 10 mm. e il suo morso non è velenoso; si chiama Philaues chrysops e non ruba dalle tombe: gli ho dato questo nomignolo solo per il posto dove l’ho visto.

Le temperature così alte di questi giorni hanno fatto sì che non sia ancora andato in letargo o, come dicono gli esperti  in diapausa invernale. 

E così me lo sono visto zampettare davanti.

Phylaeus crysops 2

Il zampettamento spesso è la fase prima del salto, la rincorsa che precede il balzo finale addosso alla preda. Infatti questo è uno dei più abili ragni saltatori.

Cattura prede piccole come moscerini avvicinandosi con circospezione e avventandosi fulmineamente contro con un’ultimo breve salto. Oppure  per catturare prede più grosse  fa una rincorsa di pochi passi (come per battere un rigore) e poi con un grande balzo conclude la sua opera.

Un vero pirata (anche senza Caraibi) infatti prima di saltare si lega con un filo di bava a un supporto fisso come fosse una corda per l’arrembaggio, anche per sicurezza nel caso il salto non andasse a buon fine.

Ah, quello delle foto è un maschio,  la femmina è tutta grigia e solo la striscia nera sull’addome la qualifica come consorte.

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Visto che non sono un esperto di ragni le informazioni di questo articolo le ho prese da qui:  http://forum.aracnofilia.org/topic/13368-philaeus-chrysops/

RAGNO PESCATORE

Dolomedes fimbriatus 1033

Ecco qui un ragno che mangia i pesci e non certo perchè gli interessino gli Omega3.

Lui si chiama Dolomedes fimbriatus ed è un ragno da agguato, uno di quei ragni cioè che non tessono la tela ma attendono la loro preda ben nascosti nella vegetazione e poi la catturano con un  balzo fulmineo  grazie anche alla loro grande sensibilità in grado di percepire qualsiasi minima vibrazione.

Ma l’altra particolarità di questo ragno e proprio quella di includere nella sua dieta anche piccoli pesci che cattura tuffandosi e riemergendo proprio come fa per esempio il Martin pescatore.

Si lo so che a molti i ragni fanno schifo. Ma tranquilli, questo non lo incontrerete tanto facilmente. Anzi dovete proprio andarlo a cercare. Infatti vive in ambienti umidi con acque ferme e molta vegetazione, una foresta acquatica molto congeniale alle sue abitudini alimentari (altro che supermercati!)

Pare anche se stia molto bene a galla e ogni tanto si fa una nuotatina mettendo in mostra le due bande color crema che corrono lungo i margini esterni di testa e addome.

Un ragno da agguato,  un ragno pescatore con le bretelle… e con un solco lungo il viso, come una specie di sorriso.

http://www.site.aracnofilia.org/

RAGNO CETRIOLO

Araniella cucurbitina

Che i ragni avessero a che fare con le cucurbitacee proprio non me lo aspettavo.

Mi devo ricredere però davanti ai nomi popolari di questo ragnetto verde, uno dei più comuni in Italia, ma innocuo.

Se qualcuno che non sopporta i ragni non si offende, direi che è proprio carino soprattutto quando se ne sta appeso a pancia in sù sulla sua ragnatela.

Visto invece in posizione normale  il suo addome verde con punti neri può in effetti richiamare la buccia di un cetriolo ma le similitudini non finiscono qui.

Infatti il suo nome scientifico è Araniella cucurbitina e questo a causa del fatto che quando se ne sta appeso (come nella foto) la striatura del suo addome e la macchia rossa alla sua estremità  richiamano alla mente una anguria.  Gli anglofoni non vanno tanto per il sottile e lo chiamano “Cucumber spider” .

Come succede spesso nei ragni la femmina è di taglia più grande del maschio:  9 mm. rispetto ai 5 mm.  di quest’ultimo. 

Mimetico, se ne sta aggrappato in quella posizione apparentemente scomoda,  sulla ragnatela sottile che tesse tra le foglie.   Il suo habitat sono i cespugli al limite dei boschi e delle strade di campagna dove costruisce anche i suoi nidi.

Allora:  cetriolo o anguria? E’ solo una questione di punti di vista (cioè se  lo vedo da sopra o da sotto)?   O è anche una questione di gusto?

A me i cetrioli piacciono e anche le angurie, ma farci un vestito per un ragno ancora non ci avevo pensato.

Ormai però ho capito che tutto è possibile;  chissà se esiste anche l’elefante-banana. 

 

 

CRONACA NERA (E GIALLA)

Ragno  Thomisus onustus che cattura un'ape
Ragno Thomisus onustus che cattura un’ape

Sul “Gazzettino delle sterpaglie” è apparsa questa notizia:

Oggi un’ape è stata catturata da un Thomisus onustus, un ragno che si nasconde mimetizzato sui fiori e uccide le sue prede quando si posano su di essi in cerca di polline.

L’ape che era con lei, miracolosamente sfuggita all’assalto ha riferito alle altre api: “Sorelle, ho una brutta notizia da darvi, Camilla una delle nostre valorose api bottinatrici è stata uccisa da un ragnaccio giallo che si era appostato vigliaccamente dietro un fiore di ranuncolo. Il cielo era azzurro e i fiori ondeggiavano al vento ma tra tutto quel giallo vegetale c’era anche un ragno giallo, un giallo animale che cattura le api gialle e nere e sazia la sua fame”.

La notizia è stata immediatamente ripresa dalle altre agenzie di stampa: Un noto entomologo così commenta l’accaduto sulle pagine del Corriere: “I ragni debbono pur vivere di qualcosa, i ragni mangiano anche prede più grosse di loro,  e lui, il Thomisus onustus è bravissimo, un vero campione di mimetismo perchè riesce a cambiare colore secondo il colore del fiore dove si apposta per catturare le sue prede”.

Ma in giro c’è aria di protesta, preoccupazione, anzi insofferenza;  L’agenzia Press People riferisce: “NO,  davvero, non se ne può più con questi teppisti che si appostano dietro un filo d’erba:  taccheggiano, rapinano, stuprano innocenti imenotteri intenti solo al loro dovere, se non si pone rimedio le api entrerenno in sciopero e allora addio miele”.

Ancora la testimonianza dell’ape operaia: “L’ho visto, ma non ho fatto in tempo ad avvisarla. Stavo volando su un prato di buglosse lì, vicino alla rotonda per Tornavento e il mio punto di osservazione era migliore del suo. Non potete capire il mio dolore quando l’ho vista cadere sotto quelle zampe pelose”.

Il settimanale  di approfondimento culturale Life nature fa le seguenti considerazioni: “Quante api muoiono ogni anno vittime dei ragni?  Non lo sappiamo. Ma forse ne muoiono di più a causa dell’inquinamento, della siccità, a causa dei parassiti che si introducono nelle loro arnie cibandosi di miele e delle loro ninfe.  I ragni sono il male minore, per loro vale la legge naturale della sopravvivenza”.

E da ultimo su “News delle news” ecco un titolo a sette colonne: OMICIDIO AL SOLE  

Ragno  Thomisus onustus uccide apis mellifera mentre stava raccogliendo il polline su un ranuncolo.

Dove sta la notizia?

Che una volta tanto non si parla di politica, di scandali, di calcio e di scommesse,  o di tutte queste cose assieme.