
C’è qualcuno che si chiama Muschio in Italia? (non lo so ma poi vado a vedere). Certamente ci sono molti nei paesi anglosassoni che si chiamano Moss (muschio) come ad esempio Stirling Moss, pilota automobilistico oppure Kate Moss, modella e stilista e se voi seguite la serie televisiva “Beautiful” saprete sicuramente chi è Ronn Moss.
E se c’è il sig. Moss ci sarà immagino anche una signora Mossa (che però si è trasferita a Napoli e ha preso in nome di Ninì Tirabusciò)
Va beh però il signore e la signora Muschio sono internazionali e diffusi “all over the world”. Fanno parte della grande famiglia delle Bryophite; sono esseri vegetali un po’ più evoluti delle alghe e dei licheni e un po’ meno delle felci.
Sono vagabondi, infatti non hanno delle vere e proprie radici, ma si attaccano a qualsiasi superficie utile (tronchi di alberi, terreni aridi o paludosi, sassi, ferro, cemento…






Non hanno sangue blu, (e neanche rosso) nel senso che non sono piante vascolari, non hanno vasi dove scorre la linfa; non hanno neanche tronchi o foglie come siamo abituati a distinguerli in piante superiori.
Non hanno nemmeno sesso, ovvero ne hanno molti ( il loro meccanismo di riproduzione è abbastanza complesso con organi che contengono le spore e altri adatti a riceverle (vedere qui per i particolari)



E sono proprie questi, assieme alle forme che assumono le parti “verdi” che ci aiutano a distinguere le specie di muschio che altrimenti ci sembrerebbero tutte uguali.
Si stima che esistano più di 15.000 specie di muschio in natura.
Ho provato a vedere se riconosco qualche specie ed eccone alcune:
- Polytricum formosum: tipico dei boschi di castagno, forma delle piccole piantine dalla forma a stella, facilmente riconoscibili. È decisamente diffuso su gran parte del territorio dello Stivale; è un muschio “capellone” (polytricum = con tanti capelli) ma non è “figlio dei fiori” anche perchè lui è venuto prima e quindi semmai il contrario. Si può chiamare anche muschio stellato.


- Hypnum cupressiforme: molto frequente su alberi, pietre e rocce, questo muschio è praticamente onnipresente in Italia. Tende a formare dei cuscinetti morbidi ed estesi ed è molto efficace nel trattenere l’acqua e quindi impedire il dilavamento del terreno. Toccarlo con mano o, se preferite, sentire la sua morbidezza a piedi nudi, darà la tipica sensazione di velluto. Le sue “foglie” a punta ricordano la forma dei cipressi.


- Mnium hornum: tipico muschio che ama l’ombra, è praticamente onnipresente alla base degli alberi. Gli inglesi lo chiamano Swan’s neck (collo di cigno) probabilmente per la forma dei suoi sporofiti o anche Thyme moss (muschio di Timo) È inoltre una delle varietà più frequentemente raccolte per i presepi. (da greenstyle.it)


- Dicranum scoparium ovvero Muschio di ginestra , forma spesso delle palle dalla consistenza meno fitta di altri muschi con “capelli” spesso ripiegati su un lato. Con la ginestra in verità ha in comune sono il discorso della scopa, infatti gli anglofoni lo chiamano anche Broom Moss o Mood moss (muschio dell’umore, ma qui devo ancora andare a vedere perchè).

Sphagnum palustre o muschio delle torbiere, cresce in ambienti molto umidi e con PH acido caratterizzato da tessuti vegetali in decomposizione e anzi contribuisce lui stesso a questo processo. Sempre più raro a causa della diminuzione dei suoi habitat è stato oggetto in passato anche di una raccolta indiscriminata per farne il substrato di crescita delle orchidee.

Quante cose fanno i signori Muschio, (oltre a correre con le macchine, a recitare nei film e a sfilare sulle passerelle). Lo fanno in silenzio, con umiltà: proteggono il suolo trattenendo l’umidità, creano il substrato per lo sviluppo di altre piante (non solo, artificiosamente, le orchidee) sono in grado di resistere, diversamente da quanto siamo abituati a pensare, a lunghi periodi di siccità, ci regalano sensazioni piacevoli al tatto e all’olfatto con il loro tipico odore (o profumo).




Perciò non è così importante riuscire a distinguerli, chiamarli tutti per nome