Pronto come stai? … meno male che c’è skype. (Va beh, la rima non è proprio baciata ma voi fate finta di niente.)
Dicevo, meno male che c’è skype altrimenti chissà quanto mi costava questa telefonata in Tanzania, Sudafrica, Mozambico.
Si perchè lui passa tutti gli inverni al caldo ma non è un turista. Non se ne sta sdraiato su un’amaca a sorseggiare una bevanda fresca con la cannuccia.
Ma come chi? Il mio amico succiacapre.
Come? anche in Sudafrica ci sono le capre da succhiare? Cosi pare.
E oltre alle capre e altri animali che attirano gli insetti di cui lui è ghiotto, il succiacapre trova anche quegli spazi aperti ma leggermente alberati che ne fanno il suo habitat ideale.
Ma qui il succiacapre (Caprimulgus europaeus) (vedi articolo) incontra anche i suoi cugini; infatti di questo uccello esistono diverse sottospecie con un’area di distribuzione molto ampia che va dall’Europa sud-occidentale fino al cuore delle steppe asiatiche.
Il C. zarudnyi popola le steppe del Kazakistan e del Kirgizistan, il C. unwini abita un’area che va dall’Iraq settentrionale all’Iran, all’Uzbekistan, il C. plumipes preferisce la Mongolia.
Specie a sè pare essere il Caprimulgus ruficollis (Succiacapre dal collo rosso) più grande del succiacapre comune (31 cm. di lunghezza) e con collare giallo-rossiccio (giusto per intonarsi ai colori della bandiera della Spagna, paese che lo ospita in estate)
Il succiacapre di Nuttall (Phalaenoptilus nuttallii) vive negli Stati Uniti centroccidentali, dove frequenta luoghi desertici e canyon rocciosi (chissà quanti film western si è visto gratis). Lui non compie migrazioni ma quando la temperatura si abbassa va in ipotermia, una specie di letargo, caratteristica unica tra gli uccelli a parte forse il picchio. In America questo succiacapre ha una fama sinistra infatti le leggende vogliono che accompagni le anime dei morti nell’oltretomba.
Il C. aegyptius o Succiacapre isabellino ha una livrea più chiara per meglio mimetizzarsi con gli ambienti desertici del Medio Oriente.
Si potrebbe andare avanti ancora per molto alla scoperta di questa insospettata biodiversità del succiacapre ma voglio concludere con due riflessioni di altro genere.
La presenza “mimetica” del succiacapre in tutti questi paesi mi ha fatto venire in mente altre presenze mimetiche: quelle degli uomini armati nelle tante guerre grandi e piccole che si combattono nelle zone “abitate” dal Succiacapre.
La sua diffusione in ampie aree di Paesi occidentali e orientali, a nord e a sud del mondo, ne fa un uccello conosciuto praticamente dappertutto e, considerato che è un uccello migratore, mi è venuta un’idea.
Perchè non affidare al succiacapre un messaggio di speranza e di amicizia tra popoli spesso in confitto fra loro?
Un uccello in pericolo come messaggero di pace del terzo millennio.
(a proposito di pace: per questo articolo ho dovuto scaricare molte foto dal web; spero di non ritrovarmi con troppa gente che mi farà guerra)