PIOGGIA NELLA PINETA

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Dalle foglie degli alberi  gocciolano perle trasparenti, pioggia sottile sui nostri volti silvani…

La situazione è quella ma tu non sei Ermione….

Certo che D’Annunzio, campione del macismo, della velocità, dell’ardimento e sprezzo del pericolo, aviatore e “sommo poeta”,  deve essere un po’ contrariato per il fatto che tra le sue poesie questa è oggi (a mio avviso) quella che più di tutte ha resistito al passare del tempo e ai cambiamenti culturali.

La “Pioggia nel pineto” assomiglia a quando una band di heavy metal scrive e suona  una ballata lenta che “spacca”.

… Ascolta Ermione (sì va beh, oggi ti chiamo così),  ascolta il soffice scricchiolio degli aghi di pino sotto i nostri passi, ascolta il lavoro del picchio sui tronchi morti.

La pioggia scivola sulle foglie tenere dei sigilli (di Salomone), precipita dagli steli della paglia dorata che ricopre il sottobosco, imbeve i coni maschili dei pini carichi di polline, si intrufola come succo ristoratore sotto gli elmi gialli dei fiori di ginestra…

Lo so, non mi ascolti mentre tieni il mio viso tra le mani, mentre respiro  l’odore di pioggia e di resina che profumano i tuoi capelli…

…. Perdonate la cattiva imitazione.  Ecco l”originale

LA PIOGGIA NEL PINETO

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell’aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, Ascolta. L’accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s’ode su tutta la fronda
crosciare
l’argentea pioggia

                                             Gabriele D’Annunzio